INTERVISTE

Stop ai campionati: diamo voce a voi, i veri protagonisti

A qualche giorno di distanza dalla sofferta decisione di sospendere i campionati Aics ci ritroviamo con un Dpcm ancora più stringente che ci porta ancora di più a pensare di aver fatto la scelta giusta, se non altro anticipando quello che poi il Governo avrebbe imposto.

Ma ciò che ci rinfranca di più è la vostra reazione, la reazione di chi rappresenta l'anima più pura della #passioneAics, ovvero voi squadre, dirigenti, giocatori. In questi giorni abbiamo avuto modo di parlare con tanti di voi e di fondo abbiamo visto come la decisione sia stata condivisa dalla stragrande maggioranza, e questo ci ha inorgoglito. Ma abbiamo voluto fare di più, ovvero darvi voce (ovviamente sentirvi tutti era impossibile, se qualcuno volesse dire la sua siamo bien lieti di ascoltarlo e pubblicarlo).

«Andare avanti era difficile. La spensieratezza nel giocare é alla base del divertimento. Ora purtroppo tanti ragazzi non venivano tranquilli al campo (o non venivano proprio). Stacchiamo e ci ricarichiamo per essere pronti quando si potrà giocare a calcio e tornare finalmente a divertirsi» (Luca Ferretti, Shark 04, Sunday Leaguea e Divisione C).

«Noi "Sciure" (le ragazze "The Shire") ci abbiamo sperato fino all'ultimo di poter proseguire il campionato, ma mannaggia questo sport e il distanziamento sociale sono proprio incompatibili! Ci mettiamo di nuovo in questo stand by, facendo il conto alla rovescia, per il nostro campionato e per il fantaics! Per capire, io ho già comprato gli scarpini nuovi.. aspettano impazienti, come noi!» (Camilla Lupattelli, The Shire, Femminile in 5).

«È stato giusto fermarsi, non c'era più divertimento, solo ansia a timore per la nostra salute e quella dei nostri cari. Ora ci riposiamo un po' e poi torniamo sul campo con ancora più voglia di divertirsi e di vincere tutti insieme.. Mi raccomando gente, usiamo la testa , ma soprattutto la mascherina!!» (Michael Cavallini, Rivarolo Ligure, Genoveisao).

«Scelta sicuramente sofferta, ma giusta portare alla fine un campionato dove si giocavano poche partite era ingiusto per chi ha preso l'impegno sul serio tutta la stagione. In ogni caso l'atmosfera all'interno del nostro spogliatoio per fortuna è stata sempre della massima disponibilità con l'impegno preso. La mia speranza e qui parlo da "presidente" e non da giocatore che vorrebbe essere sempre in campo è quella di ripartire coi presupposti giusti per poter portare in fondo la stagione. Una ipotetica ripresa troppo anticipata ad esempio la vedrei pericolosa dal punto di vista gestionale/numerico La voglia di tornare in campo è tanta ma sarebbe bello non doversi più interrompere ovvio che sarà difficile prendere questa decisione sul momento non avendo una sfera di cristallo, ma l'esperienza di questi mesi di covid ci hanno dato sufficiente esperienza per poter prendere scelte intelligenti, in primis ne ha dato prova la dirigenza Aics che si è dimostrata saggia nel prendere queste sofferte decisioni nelle ultime settimane» (Jacopo Tenca, Olympique Chiaravagna, Divisione C).

«Avendo quattro squadre, portare avanti la regular season potendo schierare tutti i giocatori non è stata poi difficile: la gente voleva giocare, il periodo a settembre era più semplice, è andato tutto alla grande. Andando avanti, entrando nei playoff, iniziavamo ad avere assenze dovute alle presenze e i primi assenti per ansie varie e stava davvero diventando difficile proseguire. Per questo dico che avete fatto bene, perché più si andava avanti più era difficile arrivare in 7. Chiaramente noi vorremo tornare il prima possibile, appena danno il via libera finire il campionato e poi iniziare quelli nuovi. Ci siamo e ci saremo alla ripresa». (Stefano Carosio, Bulldog Terpi, Sunday League, Divisione A e Divisione C)

«Avrei tanto tanto voluto continuare, ma sappiamo che la salute deve avere la priorità. Personalmente penso sia molto più sicuro fare sport controllati in ambienti sanificati dove ogni giorno ci misurano la temperatura e ci fanno portare una autodichiarazione piuttosto che andarmi ad ammassare in giro. Ovviamente non vediamo l'ora di tornare a giocare, speriamo il prima possibile!» (Sara Ganapini, Li Vuoi Quei Kiwi, Femminile in 5)

«Le mie parole credo siano simili a quelli di tanti altri. Avete fatto bene a sospendere, stava diventando ingestibile la situazione. Un po' per tutti, per di più per noi dirigentiorganizzatori, diventava difficile organizzare tutto. Partivamo già svantaggiati essendo la prosecuzione di un campionato dell'anno scorso venivano già a mancare tanti giocatori per allenamenti o cambi di lavoro non messi in preventivo un anno fa. Poi l'ansia per il Covid ha fatto diventare il tutto ancora più difficile. Il futuro? Vogliamo ripartire il prima possibile, ma solo quando si sarà calmata defnitivamente la situazione. Credo che un “riproviamo e vediamo” non sia la scelta migliore» (Andrea Leale, Leiceres, Confederations Cup, Divisione A e Divisione C)

«Situazione molto triste in senso lato, non solo per lo sport. Triste che abbiano bloccato lo sport, ma la ritengo una scelta giusta, in quanto si tratta di un divertimento. Ma anche al contempo c'è chi come voi ci lavora, quindi andrebbe anche considerata questa situazione particolare. Come squadra siamo molto dispiaciuti, avevamo ripreso dopo tanti mesi di inattività, stavamo andando bene, costruendo una nuova squadra anche pensando alla nuova stagione 2020-2021. Non giocare credo che sia triste per tutti, noi vorremmo giocare sempre. Lo scopo è di divertirci, speriamo di poterlo rifare il prima possibile». (Silvio Sciunnach, Werder Zena, Over 35).

«La situazione in Italia costringe alla chiusura di settori come lo sport o la ristorazione, purtroppo ci possiamo fare ben poco. Voi come Aics lo avete fatto prima che lo imponessero, mi è sembrata una cosa più che giusta per i motivi che avete detto voi, non era più un divertimento. Fosse per me, finiamo la stagione 2019-2020 appena possibile e ci concentriamo su quella nuova nel 2021. E' meglio aspettare che tutto sia molto più basso, per poi iniziare e non finire più. Nel frattempo non appena si potrà fare amichevoli, partitelle, ma un campionato, dal punto di vista sportivo sarebbe troppo condizionato, come lo è ora la Serie A. Da un punto di vista dirigenziale invece dico che è stato molto difficile, tanta gente che non aveva più voglia di venire, non solo per ansie. Era diventato un lavoro, e non c'era più il ritorno del divertimento. Vogliamo tornare a divertirci» (Alessandro Andreallo, Pegli Team, Divisione A)

«Per noi, il calcio AICS è sempre stato una 'scusa' per vederci, passare un po' di tempo insieme e divertirci come gruppo di amici prima di tutto. Ovviamente questo non sarebbe stato possibile nelle condizioni attuali, ma non vediamo l'ora di riprendere il primo possibile e tornare... probabilmente non più forti di prima ma sicuramente con la stessa voglia di sempre (se non di più)» (Simone Bernardo, Estudiantes, Divisione B)

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